Le
ali che si agitavano erano solo del mare:
seppe
– il gabbiano – che non avrebbe potuto volare
in
quel mattino di vento. Sorpreso
planò
sulla sabbia arruffata – un momento
d’amore
negato – oppure sospeso.
E
vide le barche lottare con braccia di sale –
sentì
nelle orecchie il maestrale – negli occhi
e
nel cuore gli scrocchi di fumo dell’onda
impennata
– saltò sulla sponda di un nuovo coraggio.
Si
rituffò nell’oltraggio del cielo
e
fu senza peso.
***
Il
volo del falco
I palazzi anelavano al cielo.
non
erano plinti o catene
non
era il cemento
ad
ancorarli al terreno.
Strappavano
nuvole
tetti
–il
volo del falco –
i denti al maestrale.
Voci
sorde a contrasto
d’azzurri
ovattati.
Le
case espandevano il cielo.
***
Polveri d’oro
Il dito nel barattolo
Sorride il bimbo
*****
Bellissima poesia...e grazie della visita.
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